Il giovane artista napoletano Evan De Vilde, partecipa con due significativi lavori alla Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea intitolata «Dimensioni Astratte» visitabile fino al 20 settembre al Loewen Palais di Berlino. Partendo da spunti reali e soggetti tangibili, De Vilde attraverso l’Archeorealismo – un’interessante forma d’arte contemporanea concettuale, da lui ideata, basata sulla fusione tra reperti archeologici e contesti contemporanei, già presentata recentemente anche a Roma e a Palazzo Gravina di Napoli – costruisce nuovi mondi, nuove percezioni, concetti e simboli. «Decem» è un segnale stradale con croce bizantina autentica del XIII sec. mentre «Cassiopea» è realizzata con caffè e collage su cartone telato con sei antiche monete celtiche. L’artista così ricerca un nuovo realismo basato sull’equilibrio estetico di un reperto storico che attraverso interventi contemporanei ritrova un nuovo fascino. Tali scenari, dapprima immaginati, prendono forma assumendo man mano consistenza e autonomia divenendo espressione di qualcos’altro che può esistere solo con l’arte. Vasi Ming, pergamene tibetane, manoscritti del 1500, antichi reperti neolitici, fossili, trovano negli assemblaggi compositivi del giovane artista napoletano un loro «percorso filosofico», una nuova vita. Curata da Rosi Raneri e Charlotte Stein Infantellina, la mostra si incentra su una panoramica immaginaria sviluppata da poliedriche ricerche artistiche. «L’archeorealismo – spiega l’artista – è una filosofia oltre che una corrente artistica. Io non snaturo l’oggetto antico, non tradisco il senso di cui è portatore, ma lo faccio rivivere attualizzandolo, fondendo l’antico con il moderno. È come guardarsi allo specchio e immaginare per un attimo di non morire mai, perché tutto scorre in una memoria eterna per le future generazioni».
Daniela Ricci Articolo del giornale “IL MATTINO” del 14 settembre 2011